A. Giovannini (Genève), Terrorismo e antiterrorismo a Roma
Secondo la definizione moderna, il terrorismo è il ricorso
occasionale o sistematico a azioni di distruzione destinate a intimidare o a
terrorizzare le popolazioni. La caratteristica principale di queste azioni di
distruzione è che non sono l’opera di individui che perseguono
obiettivi personali tali la vendetta o l’arrichimento, ma di persone che
fanno parte d’un’ organizzazione segreta che persegue obiettivi
comuni di carattere politico.
Nel mondo moderno, le armi generalmente usate dai terroristi sono gli esplosivi.
Nel mondo antico gli esplosivi non esistevano, ma esisteva ed è esistita
fino ai tempo moderni un mezzo non meno temibile : il fuoco. Il fuoco è
stato fino alla metà dell’ottocento la causa principale di distruzione
di città e altri abitati ed è rimasto fino alla metà dell’ottocento
la paura maggiore delle popolazioni urbane.
In questa relazione vengono esaminati alcuni incendi importanti della città
di Roma e di altre città dell’ impero parogonati a alcuni famosi
incendi moderni (Londra, Amburgo, Chicago e Tokio). Si perviene alla conclusione
che quasi tutti sono sicuramente o molto probabilmente accidentali, ma che sempre
o quasi sempre la popolazione attribuisce il disastro a mani criminali e generalmente
ricerca i colpevoli tra i nemici reali o supposti dello Stato o della società.
Risulta di ciò che la paura ossessionale ma giustificata dell’incendio
crea nelle popolazioni una paura altrettanto ossessionale anche se generalmente
erronea dell’incendio criminale molto simile alla paura attuale del terrorismo.
Questa paura costringe il governo a ricercare e a punire gli eventuali colpevoli
col rischio di condannare innocenti per rassicurare la popolazione, e peraltro
a prendere disposizioni legali per eliminare o proibire associazioni suscettibili
di ricorrere all’incendio per raggiungere i propri obiettivi. Questo tipo
di associazioni, chiamate oggi ‘associazioni a delinquere’ (‘associations
de malfaiteurs’ in francese, ‘kriminelle Vereinigungen’ in
tedesco) veniva represso dallo Stato romano attraverso la legislazione, molto
restrittiva, sulle associazioni. Si dimostra che nel 186 i baccanti furono condannati
sulla base di questa legislazione e che i cristiani ne furono le vittime innocenti
dopo l’incendio del 64 d. C.