A. De Vivo (Napoli), La violenza e il terrore: le forme del potere in Tacito

La politica estera di Roma, concepita sostanzialmente in chiave imperialistica, ha una giustificazione ideologica forte nella pax universale, finalità ultima dell’impero. Ma, al di là della falsa coscienza e della propaganda, le forme di esercizio del potere sono la violenza e il terrore. Tra i testi più significativi, al riguardo, si colloca certamente l’Agricola, che nella sua natura ibrida (storia, biografia, panegirico) ricostruisce e propone come modelli autorevoli i comportamenti del generale, suocero di Tacito, nella sua esperienza di governatore della Britannia. Agricola, al suo arrivo, è consapevole di doversi muovere con decisione e tempestività, giacché l’esito delle prime imprese avrebbe condizionato le successive, creando terrore nei nemici (18,3). Il controllo del territorio si fonda sulla capacità di incutere paura; il terrore è una forma di repressione preventiva e Agricola non esita a ricorrere allo sterminio di intere popolazioni (è il caso del genocidio degli Ordovici). Egli non dà tregua al nemico, che tiene sotto pressione con attacchi improvvisi: la devastazione e il terrorismo sono forme strumentali, perché Agricola possa poi mostrare nuovamente i vantaggi della pace e fare sfoggio della virtù imperialistica del generale romano, la clementia, che viene usata soprattutto nei riguardi delle classi dirigenti per convertirle ai valori della res publica. Violenza e paura sono anche i mezzi con i quali i Romani tengono insieme i propri eserciti, nei quali militano i soldati delle province sottomesse, che riscattano così la loro schiavitù: è questa la denuncia di Calgaco, cui controbatte il generale romano nel confronto a distanza.
I comportamenti di Agricola, in linea con il mos maiorum, trovano numerose conferme nelle Historiae e negli Annales: il terrore è sistema di conquista e di controllo del territorio straniero.
L’uso della violenza e della intimidazione caratterizzano, d’altra parte, anche molti aspetti della politica interna. La natura violenta del potere imperiale è una realtà, che il Tacito degli Annales ha modo di approfondire e di narrare. Tre momenti della storia della dinastia giulio-claudia assumono, tuttavia, le forme di una repressione terroristica: il regime di terrore instaurato da Seiano, la repressione spietata e sistematica realizzata da Tiberio dopo la caduta di Seiano, la repressione della congiura di Pisone da parte di Nerone. Proprio questa congiura mancata offre al principe la possibilità di decapitare i gruppi politici e intellettuali dell’opposizione senatoriale.