Convegno 2001: Hispania terris omnibus felicior

Premesse ed esiti di un processo di integrazione (Cividale del Friuli, 27-29 settembre 2001)







Presentazione del convegno

Nel settembre 2000 si è tenuto, presso la sede di Cividale della Fondazione Niccolò Canussio, il convegno internazionale Integrazione mescolanza rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall'Antichità all'Umanesimo. Il convegno ha pienamente risposto alle attese della vigilia, sia per la partecipazione di numerosi e autorevoli studiosi provenienti da vari paesi d'Europa (Italia, Spagna, Francia, Germania, Ungheria e Croazia), sia per l'impostazione pluridisciplinare con cui il problema è stato affrontato, sia per l'attenzione con cui il folto pubblico ha seguito lo svolgimento dei lavori. Gli atti convegno sono stati pubblicati nel volume a cura di Gianpaolo Urso, Integrazione Mescolanza Rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall'Antichità all'Umanesimo. Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 21-23 settembre 2000, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2001 (Centro Ricerche e Documentazione sull'Antichità Classica. Monografie 22) [ISBN: 88-8265-166-5; 354 pp.]. Una versione elettronica integrale di tali Atti può essere liberamente consultata in questo stesso sito web della Fondazione Niccolò Canussio.

Nell'intento di approfondire, in un ambito più ristretto e specifico, alcuni dei risultati emersi dalle relazioni e dal dibattito del convegno del 2000, si è pensato di concentrare l'attenzione su un paese che, fin da un'epoca molto arcaica, è stato teatro di incontri di popoli e culla di una civiltà ricchissima, la Spagna. Dal 27 al 29 settembre 2001 si è dunque tenuto a Cividale il terzo convegno internazionale organizzato dalla Fondazione Niccolò Canussio, che ha avuto per titolo: Hispania terris omnibus felicior. Premesse ed esiti di un processo di integrazione. Per l'organizzazione di questo convegno la Fondazione si è avvalsa della cooperazione e della consulenza dell'Università Complutense di Madrid, dell'Università di Dresda, dell'Università Cattolica di Milano e delle Università degli Studi di Firenze, Udine e Trieste.

Il titolo è tratto da un passo del panegirico indirizzato, nel 389 d.C., da Pacato all'imperatore Teodosio, dove si legge, tra l'altro (c. 4): Nam primum tibi mater Hispania est, terris omnibus terra felicior, cui excolendae atque adeo ditandae impensius quam ceteris gentibus supremus ille rerum fabricator indulsit... Haec durissimos milites, haec experientissimos duces, haec facundissimos oratores, haec clarissimos vates parit, haec iudicum mater, haec principum est. Il passo di Pacato è una delle più appassionate celebrazioni della Spagna antica, la cui felicitas ha dato a Roma soldati, imperatori, poeti e oratori illustri. Tenendo presente il congresso del settembre 2000, in cui si è parlato dell'integrazione dei popoli nell'Europa dall'età classica all'età umanistica, si è voluto prendere in esame il caso della Spagna e del suo apporto alla civiltà di Roma in ambito letterario, culturale e politico, cogliendone anche le premesse nella colonizzazione greca e fenicia e nei più antichi rapporti col mondo italico ed etrusco.

Il tema che ci si è proposti di affrontare è particolarmente affascinante, proprio per la sua ricchezza e complessità. Fin da un'età molto arcaica (inizi del I millennio a.C.) la Spagna ci si presenta come una terra di antica civiltà. I sacerdoti di Tartessos, fondata alla foce del Guadalquivir, trasmettevano il ricordo di poemi antichissimi, da qui partivano navigatori che si spingevano nell'Atlantico settentrionale, le risorse minerarie costituivano una notevole fonte di ricchezza: si trattava soprattutto di miniere d'argento, ma anche di stagno e piombo, che veniva esportato fino a Tiro (come risulta, per il VI secolo, anche dai profeti Geremia ed Ezechiele). Fu per questo che i mercanti, soprattutto fenici, stabilirono contatti con la penisola iberica (secondo la tradizione già intorno al 1000 a.C.), fondando mercati sulle sue coste e facendo di questi mercati un potente strumento di arricchimento, ma anche, attraverso i molteplici contatti con gli indigeni, di fecondi scambi culturali. Quindi, la Spagna appare anzitutto come luogo di incontro tra vari popoli del Mediterraneo: fenici, cartaginesi, etruschi e greci.

Nei suoi primi contatti con Roma, la Spagna viene vista come il "luogo lontano" per eccellenza, con connotazioni ora negative, ora positive. Da un lato, all'epoca della guerra contro Annibale, che aveva fatto della Spagna la base per la sua spedizione in Italia, si parla della Spagna come della "terra posta sull'oceano", agli estremi confini del mondo (Livio: ab ultimis terrarum oris, freto Oceani Herculisque columnis) e, di conseguenza, l'esercito che dalla Spagna proviene è un esercito di selvaggi, di subumani (vomica gentium), indegni di paragonarsi con la superiore civiltà romana. Ma subito dopo, a guerra finita, nel momento in cui la Spagna è conquistata e vengono costituite le due nuove provincie della Hispania ulterior e citerior, la penisola iberica viene guardata dalle popolazioni italiche come una terra ricca di possibilità di sviluppo, il luogo privilegiato dove emigrare in cerca di fortuna, sia per la sua estensione e per la sua fertilità, sia per i suoi estesi allevamenti di bestiame e per le risorse minerarie (si è calcolato che a quell'epoca, le miniere d'argento davano da lavorare a circa 40.000 operai). Il II secolo a.C. è appunto il momento in cui la terra iberica comincia ad essere romanizzata, attraverso la deduzione di numerose colonie di diritto latino (ma già nel 206 i Romani vi avevano fondato Italica), la creazione di comunità miste di romani e di indigeni (come a Cordova) e naturalmente attraverso i numerosi e frequenti matrimoni tra i veterani dell'esercito romano e le donne indigene. Un significativo indizio dell'atteggiamento dei contemporanei di fronte a questo "nuovo mondo" sono le pagine che il greco Polibio dedica alla Spagna, nel XXXIV libro della sua opera, piene di ammirazione e di entusiasmo.

La conquista e la romanizzazione della Spagna, avviate all'epoca della seconda guerra punica, non avvengono, in ogni caso, senza resistenze. Nel II secolo a.C. la Spagna è teatro di aspri scontri tra gli eserciti romani e le comunità di Celtiberi e Lusitani che non vogliono arrendersi al dominio straniero e che spesso mettono a dura prova la valenza dei generali di Roma. Ma la Spagna è anche, all'inizio del I secolo a.C., la terra dove Sertorio costituisce il primo "governo romano in esilio" all'indomani della vittoria di Silla nella prima guerra civile. E le vicende della guerra tra Sertorio e Pompeo mostrano chiaramente che l'integrazione dei locali è ormai avviata. In particolare Sertorio mostra di essere a conoscenza della mentalità e dei costumi degli indigeni, al punto di guadagnarsene in breve tempo la fiducia. La Spagna sarà ancora teatro di scontri militari, sia tra i Romani (Cesare e i Pompeiani), sia tra Romani e locali (le guerre di età augustea contro Asturi e Cantabri), ma il processo di romanizzazione, favorito dalla massiccia emigrazione dei secoli precedenti è ormai cosa fatta. Non è certamente un caso che la tradizione risalente a Livio (e in particolare, ma non solo, lo spagnolo Orosio) faccia risalire alla resa di Numantia, nel 133 a.C., il compimento del progetto romano di dominio universale.

E si arriva così all'epoca imperiale, in cui la penisola iberica, ormai pienamente pacificata, è suddivisa ora in tre province, diventa essa stessa protagonista dell'arricchimento culturale e politico di Roma. Dalla Spagna provengono solo poeti e uomini di cultura di altissimo livello (dai due Seneca, a Quintiliano, a Marziale, solo per citare i più conosciuti); la Spagna è teatro di avvenimenti cruciali anche sul piano dell'ideologia imperiale (è dalla Spagna che parte la rivolta contro Nerone); e soprattutto è la Spagna che dà a Roma i primi imperatori non italici, a partire da Traiano, sotto il quale come è noto l'impero raggiunge il suo "apogeo" e la sua massima estensione geografica.

Come si vede da questi brevi cenni, si tratta di una tematica estremamente complessa, la cui discussione è stata affidata a studiosi di chiara fama internazionale, provenienti da università, accademie ed istituti di ricerca d'Italia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Gran Bretagna e Stati Uniti. Il convegno si è svolto secondo la stessa formula dei primi due, quella cioè del seminario con ampio dibattito fra i relatori.

Gli atti dell'incontro scientifico sono stati pubblicati nel volume a cura di Gianpaolo Urso, Hispania terris omnibus felicior. Premesse ed esiti di un processo di integrazione. Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 27-29 settembre 2001, Pisa, Edizioni ETS, 2002 (I convegni della Fondazione Niccolò Canussio. 1) [ISBN: 88-467-0590-4; 372 pagine]. Una versione elettronica integrale di tali Atti può essere liberamente consultata in questo stesso sito web della Fondazione Niccolò Canussio




Programma del convegno


  • Venerdì 28 Settembre 2001

  • ore 9.30
  • ore 14.30
  • ore 21

  • Sabato 29 Settembre 2001

  • ore 9.30
  • ore 14.30


    Il Concerto

    In occasione del convegno Hispania terris omnibus felicior, la Fondazione Niccolò Canussio, in collaborazione con la parrocchia di S. Maria Assunta di Cividale del Friuli, proporrà un concerto di musica ispanica medievale e rinascimentale, che si terrà venerdì 28 settembre alle ore 21,00 presso il Duomo di Cividale. Il concerto sara intitolato: Monaci, califfi, vescovi e cavalieri. Voci delle tradizioni musicali ispaniche. Si esibirà nell'occasione il gruppo vocale "Ars Antiqua" di Genova, diretto da Guido Milanese.

    "Ars Antiqua" è un gruppo vocale e strumentale (monodico e polifonico) specializzato in musica altomedievale, medievale e del '400. La sua attività è concertistica, liturgica, scientifica e didattica. Ha tenuto numerosissimi concerti in molte regioni italiane, partecipando a stagioni di livello internazionale come il Festival di Musica Antica a Trento o la Rassegna gregoriana di Arenzano, collaborando altresì con la Fondazione Levi di Venezia. In campo liturgico ha cantato in moltissime occasioni in numerose località. In un campo diverso dalla normale attività il gruppo ha partecipato all'incisione di Discanto di Ivano Fossati, cantando anche alla rassegna Tenco. Questo concerto, offerto da "Ars Antiqua" alla Fondazione Niccolo Canussio, sarà la prima esibizione del gruppo in Friuli-Venezia Giulia e sarà cosi articolato:

    1. Il canto romano e la periferia: adattamenti e originalità
    2. Il canto liturgico ispanico
    3. Cattedrali e monasteri: repertorio monastico e repertorio "secolare"
    4. Gli spazi "profani": la musica dei castelli
    5. Tra musica sacra e profana: il repertorio del "Llibre Vermell"
    6. Dopo il Medioevo: omogeneitagrave; e differenze nella musica ispanica rinascimentale
    Ulteriori informazioni sul gruppo sono reperibili presso il sito Internet http://www.arsantiqua.org.




    Enti patrocinanti e contributori